Monache dell'Ordine dei Predicatori
MONASTERO DOMENICANO DEL SANTO ROSARIO
Il Canto della Salve Regina
Tratti dalle «Vitae Fratrum»
Come tutti gli Ordini o Istituti religiosi, i Predicatori gareggiarono nel rivendicare una speciale proiezione di Maria. Le « Vitae Fratrum » dedicano a questa « dimostrazione » molti capitoli. Senza dubbio il canto della « Salve Regina», al termine del giorno, mentre si svolge la processione dei religiosi all'interno della chiesa, caratterizza fin dai primordi la vita domenicana.
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«Il diavolo inimico di ogni bene, il quale non teme tentare il Signore dell'universo, dal principio dell'Ordine per se medesimo e per i suoi seguaci, assaltò i frati, massimamente a Parigi e a Bolognia, nei quali luochi i frati principalmente li combattevano. Imperoché, come anno detto coloro che furono presenti, ad alcuni mostrava una fornace ardente che cadesse sopra di loro, ad alcuni altri uno asino cornuto, ad alcuni un serpente infocato, ad alcuni davano battiture, ad alcuni facevano diverse illusioni, in tanto che per le fantasie notturne e illusioni del demonio erano costretti fare la guardia l'uno all'altro sopra coloro che dormivano. Ancora per questo alcuni cadevano in frenesia e per altri modi terribilmente erano vessati. Ricorrendo adunque i frati alla singulare speranza potentissima e piissima Vergine Maria, ordinarono che di poi Compieta, ad onore suo, si facesse solenne processione con la Salve regina e la sua orazione. Subito adunque furono levate le fantasie e coloro che erano vessati furono curati. E un frate il quale vessato dal demonio in Bolognia, e un frate figliuolo di uno Re, il quale era diventato pazzo a Parigi, pienamente furono liberati. E da allora in qua ogni cosa venne prosperamente all'Ordine. Essere beneplacita a Dio e alla sua dolcissima Madre questa tale processione, lo demostra il concorso dei popoli, la devozione del clero, le dolci lacrime, i pii sospiri e le mirabili visioni che molti viddero, come dissero ai frati. Quando i frati uscivano all'altare della Beatissima Vergine, Lei fu vista uscire dalla summità del cielo con multitudine dei cittadini celestiali; e quando supplicavano a quella parola «O dulcis Maria» la Vergine gloriosa li benediceva e a loro s'inclinava; e i frati ritornando al coro, Lei similmente tornare al cielo".
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«In Marsilia fu una devota donna di nome e nazione Lombarda, la quale un dì stando alla Compieta dei frati fu in dolcità di singulare devozione; e nell'incominciare della dolce antifona Salve Regina fu rapita in spirito e vidde quattro cose maravigliose e da noi degne d'essere amate e con ogni devozione ricordate. Vidde che essa Regina di misericordia quando i frati dicevano: Spes nostra salve, Lei risalutava loro; e quando dicevano: Eia ergo advocata nostra, Lei si inginocchiava innanzi al Figliuolo e pregava per i frati; e quando dicevano: Bios tuos misericordes oculos ad nos converte, vidde che Lei lietamente e col guardo columbino risguardare i frati. Poi quando cantavano: Et Jesum benedictum fructum ventris tui nobis post hoc exilium ostende, vidde essa Beatissima Vergine in età tenera portare il suo Figliuolo e quello mostrare a tutti i frati e a ciascuno di loro con grande gaudio. Tutte queste cose la preditta donna revelò al suo confessore discreto, cioè frate Martino, benché fosse secolare, distintamente e con molte lacrime".
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«La sancta memoria di frate Jordano, secondo maestro generale dell'Ordine, scrisse in un libretto il quale compose del principio dell'Ordine, che uno uomo santo e verace gli disse: che frequentemente aveva veduto, che quando i frati cantavano: Eia ergo advocata nostra, la Vergine gloriosa s'inginocchiava innanzi al suo Figliuolo, supplicando devotissimamente per la dilatazione e conservazione dell'Ordine.»